Guida alle pensioni Inpdap

pensioni inpdapL’INPDAP è l’ente chiamato a gestire le pensioni del settore pubblico, si occupa di erogare le pensioni ai soggetti che possono richiederle e divide i trattamenti in due macro settori.

Con prestazioni dirette si intendono infatti le pensioni di anzianità, vecchiaia, inabilità e privilegio mentre con prestazioni indirette si intendono le pensioni che spettano al coniuge superstite oppure ai congiunti dell’iscritto avente diritto che è deceduto.

PENSIONI INPDAP
Fermo restando che hanno diritto a questo fondo pensionistico tutti gli iscritti all’Inpdap, vediamo brevemente i vari tipi di pensioni che l’Inpdap eroga.

  • La pensione di vecchiaia è la più classica delle pensioni spettante agli iscritti che hanno raggiunto il limite massimo di età ed hanno la giusta anzianità contributiva
  • La pensione di anzianità viene invece concessa agli iscritti che hanno raggiunto una data anzianità contributiva anche se sono ancora in “età da lavoro”
  • La pensione di inabilità viene erogata agli iscritti che hanno uno status certificato di inabilità che gli preclude di svolgere il proprio lavoro
  • Le pensioni di privilegio, in questo caso vengono tutelati i pubblici dipendenti iscritti all’inpdap collocati a riposo a causa di patologie sopravvenute per cause di servizio o comunque in servizio
  • Vi è poi una forma di prestazione indiretta che prende il nome di pensione ai superstiti, che in poche parole “passa” la pensione ai parenti in vita dell’iscritto (i quali devono rispondere a degli specifici requisiti).

CALCOLARE LA PROPRIA PENSIONE INPDAP
Il calcolo della pensione Inpdap si può fare partendo dai contributi versati, con il sistema retributivo  agli uomini occorrono i 65 anni di età ed alle donne 60, fermo restando che per entrambi occorrono venti anni di anzianità contributiva per poterla richiedere.

Diversamente con il sistema contributivo gli uomini di 65 anni e le donne di 60 con almeno cinque anni di contributi possono richiederla, ma è anche possibile richiedere prima la pensione se si hanno alle spalle almeno quaranta anni di anzianità contributiva.

LA RIFORMA
Come abbiamo visto nella piccola guida abbiamo distinto tra sistema retributivo e sistema contributivo, ed è ovviamente ora il caso di vedere come si procede nel nostro paese.

Negli ultimi anni infatti si sono avuti dei cambiamenti, sopratutto per via delle riforme Dini del 1995 e Maroni del 2004, laddove la seconda integra alcune lacune lasciate dalla prima ed aggiunge alcune novità indicative.

Le due riforme hanno, in estrema sintesi, come obiettivo l’abbandono del sistema retributivo e l’introduzione del sistema di calcolo contributivo in materia di prestazioni pensionistiche.

Ad oggi dunque si calcola la pensione utilizzando il sistema contributivo, con ovvi aggiustamenti per i soggetti che hanno cominciato il “count down” con il sistema retributivo e sono poi dovuti passare a quello attualmente in uso.