Legge di Stabilità: alcuni pensionati pagati il 10 del mese e tutte le altre novità sulle pensioni

La Legge di Stabilità prevede diverse novità sulle pensioni, e su questo ma anche sulle non novità rispetto alla precedente Legge Fornero, che quasi tutti chiedevano di modificare, si scatena il caos da parte di pensionati, forze politiche e sindacati.

Allora innanzitutto registriamo un aumento della tassazione contenuta nella Legge di Stabilità sui fondi pensione (dall’11,5% al 20% sulla previdenza complementare), nessun cambiamento sulla struttura invece molto discutibile della riforma Fornero, a cominciare dai tanti esodati, che si ritrovano dopo la riforma dell’ex ministra senza pensione né stipendio, e le cui istanze più che legittime non trovano considerazione nemmeno nel Governo Renzi, a distanza ormai di anni.

Due le ipotesi che comunque tengono al momento banco tra i banchi del Palamento sulle finestre di uscita anticipata dal lavoro.
Si tratta per la precisione di quelle firmate da Cesare Damiano (Quota 100, come somma tra età anagrafica e contributiva del lavoratore per poter andare in pensione) e quella proposta da Tiziano Treu (Mini-Pensione da doversi concedere a chi abbandoni l’impiego prima della naturale scadenza).

Veniamo ora al tanto discusso termine di pagamento per le pensioni.
Il Governo voleva spostare dal 1 al 10 del mese il pagamento dei pensionati, ma anche per le immediate proteste bipartisan la norma è stata subito modificata e prevede che soltanto gli 800mila pensionati titolari di doppia pensione Inps ed Inpdap (e cioè quelli che hanno lavorato nella loro vita sia nel settore pubblico che in quello privato) saranno pagati il 10 del mese.

Chi ha una sola pensione, continuerà a ricevere come oggi la sua il 1 del mese se è Inps, ed il 16 del mese se è Inpdap.

Nonostante questa modifica della norma, i sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil restano sul piede di guerra (chiedono la cancellazione della norma per tutti) e si chiedono che cosa abbiano fatto di male a questo Paese anziani e pensionati in generale per continuare ad essere così mal visti da Renzi e dal suo Governo, e scenderanno in piazza per protestare il 5 Novembre anche sul bonus di 80 euro che proprio ai pensionati è stato negato dall’ex sindaco di Firenze.

Le manifestazioni si terranno a Roma, Milano e Palermo, forti dei 6 milioni di iscritti tra i pensionati che le tre sigle sindacali principali italiane possono annoverare.