I problemi dell’Inps sono quelli dell’ex Inpdap

Ci sono non poche preoccupazioni sul bilancio dell’Inps, pare ci sarà infatti un disavanzo nel 2015 di quasi 7 miliardi di euro, ma la questione per essere compresa va ricondotta alla confluenza dell’Inpdap nell’istituto previdenziale.

In verità il “buco” delle gestioni pensionistiche non riguarda il settore privato. Il problema nasce se si valuta lo stato di salute dell’Inps, inteso come SuperInps. L’onere della spesa delle pensioni dei lavoratori pubblici (ex Inpdap), dovrebbe pesare sulla fiscalità generale, invece con la confluenza dell’Inpdap nell’Inps, il finanziamento del disavanzo ricade interamente sulla “solidarietà” del lavoratori/contribuenti (privati).

Visti i crescenti squilibri dei saldi contabili dell’Inps sarà inevitabile che si torni a valutare se la fusione sia stata o meno una buona idea. Invece di far confluire l’Inpdap nell’Inps, si poteva risparmiare tornando al passato, quando prima che nascesse l’Inpdap, le pensioni dei dipendenti pubblici venivano semplicemente erogate dalla tesoreria statale, o dagli enti locali.

Non è facile prevedere possibili scenari per la risoluzione degli attuali problemi, la nascita della SuperInps sengna una strada sulla quale ormai non è più possibile indietreggiare. Bisognerà però trovare soluzioni, e farlo con una certa urgenza, che mirino ad una maggiore razionalizzazione gestionale.

Al momento il forte squilibrio tra le entrate e la spesa pensionistica complessiva, è pari a poco meno del 15% del Prodotto Interno Lordo, ed è finanziato per intero con i trasferimenti a carico della fiscalità generale. Una situazione, che come è facile capire, non sarà sostenibile a lungo.