Tfr in busta paga ma non per statali Inpdap Inps

In una recente intervista il Premier Matteo Renzi, ha annunciato una  proposta choc sul tema del Tfr in busta paga.

La proposta è quella di inserire il trattamento di fine rapporto in busta paga già dal prossimo anno escludendo quindi la possibilità di ricevere il TFR alla fine. Una misura che tuttavia potrebbe essere adottata solo nei confronti dei lavoratori privati e non per statali Inpdap Inps.

Una quota aggiuntiva mese per mese per i dipendenti privati
L’ idea del Premier sarebbe spinta dalla necessità di rilanciare i consumi delle famiglie e punta al tfr, da destinare mese per mese allo stipendio come quota aggiuntiva. Tuttavia il Tfr in busta paga potrebbe garantire si un maggiore stipendio ai lavoratori, ma comporterebbe anche un maggiore costo per le piccole e medie imprese, senza contare che al termine della carriera lavorativa, non si potrà più contare su nessuna liquidazione.

Statali Inpdap Inps esclusi dalla proposta del Tfr in busta paga
La proposta di Renzi del Tfr in busta paga, inoltre, coinvolgerebbe solo i privati.  Secondo, infatti, l’Anief (Associazione Sindacale Professionale), la stessa non potrebbe essere estesa anche agli statali Inpdap Inps, poiché i soldi destinati ai Tfr di tali categorie, sarebbero stati utilizzati per coprire il buco dell’ Inps a seguito della fusione con l’ Inpdap.

Un buco di circa 23 miliardi di euro a seguito della fusione Inpdap Inps
L’ esclusione dei lavoratori statali dall’ anticipo del Tfr in busta paga, per l’ associazione Anief, resta collegata quindi al mancato versamento dei contributi da parte dello Stato ( se non a scopo figurativo). Seguita da una ulteriore certificazione della stessa Corte dei conti di un buco di circa 23 miliardi di euro  a seguito della citata fusione tra l’ Inpdap e l’ Inps. Va infine aggiunto che il Governo, ha disposto uno specifico emendamento sulla questione nella recente legge di stabilità che è ancora priva di un’adeguata fonte di finanziamento per la copertura economica.