Come si calcola il TFR e quando viene pagato

Trattamento di fine rapporto TFR Quando vi è la cessazione di un rapporto di lavoro (licenziamento collettivo, individuale o dimissioni) la legge riconosce ai dipendenti subordinati il diritto di percepire il TFR cioè il trattamento di fine rapporto conosciuto anche col nome di liquidazione.

Il TFR rappresenta quindi un compenso differito nel momento in cui a termine il rapporto lavorativo, con lo scopo di migliorare la situazione economica del lavoratore che si ritrova ad avere difficoltà finanziarie riconducibili al venir meno della propria retribuzione/stipendio mensile.

Il TFR è integrato nel salario lordo del lavoratore ma non può essere percepito nell’immediato. Quest’ultimo è quindi un salario differito di cui ogni singolo lavoratore è proprietario e che il datore di lavoro trattiene mensilmente essendone responsabile, con il compito di reinvestirlo per l’azienda stessa.

Il decreto legge del Maggio 1982 ha riformato la disciplina precedentemente in vigore, prima dell’attuazione di tale legge il TFR denominato “indennità di servizio“, “indennità di anzianità” o liquidazione, veniva calcolato in funzione del prodotto dell’importo dell’ultima mensilità percepita per il numero di anni di servizio del lavoratore.

Nel caso in cui l’azienda fallisca o risulti inadempiente al momento di versare il Trattamento di fine rapporto, oppure nel caso in cui si faccia richiesta della liquidazione in anticipo, l’Inps garantisce per il lavoratore e corrisponde la somma dovuta. Per i lavoratori dell’amministrazione pubblica l’ente a cui fare riferimente è invece l’Inpdap.

Purtroppo non vi sono analoghe garanzie per i salari arretrati e i contributi pensionistici. Il TFR è una posta contabile che impatta sia lo stato patrimoniale sia il conto economico e dunque compie variazioni negli utili.

Il Trattamento di Fine Rapporto è in larga parte un costo figurato visto che non rappresenta uscite di cassa, se non per le liquidazioni versate nell’anno ai dipendenti che terminano il loro rapporto di lavoro per via di un licenziamento o per la pensione.

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per tutto il lasso di periodo in cui non viene corrisposto al lavoratore si va ad accorpare ai capitali dell’azienda che lo usa per autofinanziarsi e per sviluppare la propria attività imprenditoriale.

Come si calcola il TFR?
Il TFR maturabile in 1 anno è pari alla retribuzione annuale con l’aggiunta di tredicesima ed eventuale quattordicesima divisa per 13,5. Facendo un esempio pratico su una retribuzione mensile di 1,000 euro con un contratto che prevede sia la tredicesima che la quattordicesima, la quota di Trattamento di fine rapporto accantonata sarà pari a 1037 euro cioè: (1000 euro * 14 mensilità)/13,5.

Secondo quanto stabilisce il codice civile, ogni anno Il TFR subisce una rivalutazione dell’ 1.5% cui va aggiunto il 75% dell’aumento dei prezzi al consumo per i nuclei familiari degli impiegati e degli operai. Il tasso si attesta all’incirca al 2.5% annuo ed è un tasso “reale” poiché indicizzato in funzione dell’inflazione.

Quando viene pagato il TFR?
Se generalmente il TFR viene pagato in circa 6 mesi a partire dalla fine del rapporto lavorativo, in alcuni casi, come quello del “dimissionario” cioè quando il lavoratore lascia l’impiego prima del raggiungimento della soglia per la pensione di anzianità, il TFR può essere congelato sino a 24 mesi.