Prestito vitalizio Inpdap

Per chi ha raggiunto la cosiddetta terza età e, segnatamente, ha già compiuto 65 anni, esiste una forma di prestito Inpdap particolare, che però presuppone un accordo preventivo con i familiari.

Infatti, gli utenti ultrasessantenni che desiderano una maggiore disponibilità economica e sono proprietari di un immobile atto alla residenza, sul quale non pendano particolari vincoli o, naturalmente, ipoteche, che non sia soggetto a ristrutturazioni o a locazioni e che non si trovi in aree sismiche, hanno modo di ricorrere al prestito vitalizio.

In pratica, è un finanziamento che copre medi e lunghi periodi e non comporta il versamento di rate mensili, pone a garanzia l’immobile di cui sopra e deve venire restituito, insieme agli interessi maturati nel frattempo, entro l’anno successivo alla morte del contraente dagli eredi designati.

Va da sé che qualora il richiedente decidesse di estinguere anzitempo il suo debito, non sussisterebbero più obblighi di alcun tipo. Nel caso in cui, invece, gli eredi non si trovassero nella condizione di restituire la somma, l’istituto entrerebbe in possesso della casa.

E’ proprio l’abitazione in questione, il suo stato, la sua disposizione interna, la sua collocazione a dettare l’ammontare del prestito: una volta che l’ente, in questo caso l’Inpdap, ha stimato il suo valore, l’utente può disporre di una cifra che va dal 15% al 50% del valore dell’immobile.