Mutuo tasso variabile, conviene puntare su di loro?

I mutui a tasso di interesse variabile continuano a rappresentare circa i due terzi dei prodotti di indebitamento che le famiglie italiane hanno in corso di ammortamento per i propri progetti di acquisto casa. Il tutto, nonostante i prodotti a tasso fisso siano stati i veri dominatori degli ultimi anni, grazie a un livello di tassi di mercato mai così basso.

Ma nel corso del prossimo futuro tale convenienza dei tassi fissi verrà confermata o i mutuatari sceglieranno di passare al variabile?

Naturalmente, molto dipenderà dal modo in cui i tassi di mercati andranno ad evolversi nel prossimo futuro. In merito, per poter parlare di un nuovo rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE probabilmente bisognerà attendere il prossimo anno (o addirittura il 2020), visto e considerato che l’istituto di Mario Draghi è stato molto chiaro nel ricordare che procederà a un incremento dei tassi solo dopo la fine del quantitative easing.

Ne deriva che ancora a lungo si rimarrà al di sotto delle medie storiche, e che la scelta dei mutuatari italiani nei confronti del tasso fisso potrebbe essere rinnovata ancora a lungo.

In altri termini, per coloro che nel 2018 saranno chiamati alla scelta di un nuovo mutuo, il contesto dei tassi dovrebbe presentarsi piuttosto interessante, in maniera non dissimile da quanto avvenuto nel 2017.

Non è comunque escluso che, a fronte di un Euribor che per le principali scadenze dovrebbe mantenersi su valori negativi, i livelli degli Eurirs utilizzati per determinare la rata fissa possano subire un rialzo, proprio in virtù del fatto che si sta avvicinando la fine del quantitative easing e, dunque, il mercato inizierà a scontare l’avvicinarsi di un rialzo.

Riteniamo inoltre che un altro trend che andrà a caratterizzare fortemente il mercato sarà l’esaurimento della spinta delle surroghe, che abbiamo già valutato nel 2016/17, e che dovrebbe essere ancora più evidente nell’esercizio appena cominciato.