Idee confuse sul futuro della previdenza in Italia

Tra le ragioni alla base della nascita del SuperInps, ente nato dalla fusione con l’Inpdap, c’è il desiderio di rendere il sistema previdenziale italiano maggiormente flessibile, ma non solo, anche più equo e sostenibile, per tutti.

Questo è uno degli ambiziosi obiettivi che il governo guidato da Matteo Renzi persegue da tempo, valutando le diverse proposte di modifica alla riforma delle pensioni, firmata dall’ex ministro Fornero, durante il governo tecnico di Monti.

Tra tagli e la possibile introduzione di un assegno universale e del cosiddetto contributo di solidarietà, è veramente difficile però far tornare i conti. Ci sono ancora grandi iniquità, più volte sottolineate ed evidenziate da Tito Boeri, nuovo presidente dell’Inps.

Si parla poi di veri e propri abusi previdenziali, come nel caso dell’odioso fenomeno delle false pensioni di invalidità, così come le ricche, e ingiuste, pensioni integrative e, ancora, le baby pensioni.

Anche il Def (Documento di Economia e Finanza) non sembra trovare soluzioni veramente efficaci a tutte queste criticità, pur ponendo le basi per i futuri provvedimenti della Legge di Stabilità, non prevede specifici interventi sulle pensioni, ad esempio con tetti massimi più bassi, per quelle dei dirigenti ex-Inpdap.

Intanto, anche il sottosegretario all’Economia Baretta spinge per rendere più flessibili le norme della discussa riforma Fornero. Il cantiere insomma è aperto, e c’è veramente molto lavoro da fare, forse manca ancora però un progetto chiaro e risolutivo.