Quattro proposte di modifica sulla riforma Pensioni della Fornero

La riforma pensioni 2015 a cui lavorerà il Governo Renzi nei prossimi mesi, rappresenta certamente uno degli interventi più delicati che l’Esecutivo si troverà a predisporre.

A tal proposito quindi la decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità del referendum abrogativo rispetto alla riforma Fornero, proposto tra gli altri dal leader della Lega Nord Matteo Salvini, e l’eventuale esito della successiva consultazione popolare influenzeranno molto le scelte del Governo Renzi, che ad oggi si trova di fronte a 4 proposte di modifica presentate al suo interno e che andiamo ora ad esporre:

  • La prima è quella a firma Gnecchi, Damiano e Poletti. La proposta è di ripristinare la Quota 97 con 62 (rispetto ai 4 in più statuiti dalla riforma Fornero) anni di requisito anagrafico e 35 anni di requisito contributivo. Le penalizzazioni sarebbero dell’8% e la penalità decrescerebbe del 2% per ogni anno in meno di anticipo sul pensionamento, fino ad annullarsi del tutto ai 66 anni di età. Le persone in possesso poi di 41 anni di contributi, potranno andare in pensione a qualsiasi età, senza assolutamente nessuna penalizzazione.
  • La seconda proposta è sempre a firma dell’ex ministro del Lavoro Damiano, che introdurrebbe invece la cosiddetta Quota 100. Essa prevede che da un minimo di 60 anni di età (rispetto ai 66 anni come vincolo della Fornero) e di 35 anni di contributi versati, l’accesso alla pensione sia garantito qualora si raggiunga la Quota 100 (come somma tra età anagrafica ed anni di anzianità contributiva). Ad esempio 62 anni di età e 38 anni di contributi, e così via.
  • La terza proposta di modifica arriva direttamente dall’Esecutivo precedente, il Governo Letta, e porta la firma dell’ex ministro Giovannini. Il “prestito pensionistico” stabilisce che il lavoratore che possa decidere autonomamente di andare in pensione prima del raggiungimento dei requisiti della legge Fornero, e per quegli anni riceverà un prestito che poi dovrà ripagare con micro-prelievi sugli assegni successivi, calcolati su una percentuale del 2/3% della sua pensione.
  • C’è poi l’idea del ministro Madia che prevederebbe la proroga del Regime Sperimentale: 57 anni di età (addirittura 9 in meno rispetto a quello stabilito dalla Legge Fornero appunto) e 35 anni di contributi. Il tutto con una penalizzazione che deriverebbe dal fatto che si andrebbe, è vero, in pensione “addirittura” con le vecchie regole, ma con l’indennità calcolata totalmente col sistema contributivo, col rischio quindi di ricevere una pensione piuttosto leggera.