Ricalcolo contributivo per le pensioni d’oro

Tito Boeri, nuovo presidente dell’Inps, ha trovato al suo insediamento una situazione certo non semplice, complicata ancor più dalla fusione con l’Inpdap.

Ci sono molte cose che non vanno nel sistema previdenziale italiano, una delle più odiose è probabilmente la disparità di trattamento. Se da una parte c’è chi sopravvive a fatica con una pensione da fame, dall’altra ci sono le cosiddette pensioni d’oro.

Ora Boeri è al lavoro proprio per promuovere un ricalcolo contributivo, che ponga finalmente un tetto a queste super pensioni, che spesso riguardano proprio i manager della pubblica amministrazione, ex Inpdap.

Applicare un ricalcolo contributivo sulle pensioni d’oro di molti ex dirigenti pubblici, che in parte sono calcolate ancora con le vecchie regole retributive, per rimettere in equilibrio il sistema pensionistico italiano, è questo l’obbiettivo, ambizioso, difficile, ma si spera realizzabile.

Serve maggiore equità sociale, oltre che una razionalizzazione di entrate ed uscite di un super ente (SuperInps) che naviga decisamente in brutte acque. “Ci sono pensioni molto alte – ha dichiarato di recente Boeri – che non sono giustificate dai contributi versati durante l’intero arco della vita lavorativa, c’è un problema di equità che andrebbe affrontato”.

Oltre a questo ricalcolo, c’è poi sul piatto un’altra importante novità, la busta arancione, che dovrebbe diventare realtà a maggio.

Si tratta di un nuovo strumento che consentirà a molti contribuenti di conoscere con una buona approssimazione il loro futuro pensionistico, e quindi quanto prenderanno di pensione, a patto ovviamente che non cambino lavoro con rilevanti variazioni di reddito.