L’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), dal 2011 è confluito nell’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), con notevoli risparmi e semplificazioni. Restano tuttavia differenze tra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato. Ai primi (ex Inpdap), ad esempio, sono riservate condizioni agevolate per l’accesso al credito.
Ai dipendenti pubblici che necessitano di un prestito e si rivolgono all’ente previdenziale per ottenerlo, vengono offerte tre diverse possibilità. Iniziamo con piccoli prestiti con durata massima di 4 anni, che non richiedono una documentazione relativa alla finalità, e vengono rimborsati con 12, 24, 36 o 48 rate mensili, generalmente addebitate sul conto bancario o postale.
Ci sono poi anche prestiti pluriennali, con durata da 5 ad un massimo di 10 anni, che sono finalizzati all’acquisto di un’auto, un’abitazione o altri beni. Oltre alla documentazione di spesa, che deve essere presentata dal richiedente, in questo caso servono anche un contratto a tempo indeterminato, quattro anni di anzianità di servizio e altrettanti di contributi versati al fondo pensionistico.
Infine, i prestiti pluriennali garantiti, con durata da 5 a 10 anni, possono essere richiesti dai dipendenti con almeno 4 anni di contributi versati, senza bisogno di produrre documentazioni di spesa, ma bensì una certificazione medica che attesti il buono stato di salute del richiedente, al fine di limitare al minimo il rischio di decesso del creditore prima del termine ultimo fissato per il rimborso.
In genere quest’ultima modalità di finanziamento, passa per banche e società finanziarie convenzionate con l’Inps, e prevede sempre l’adozione di un tasso d’interesse variabile.