Riforma Pensioni, pensione anticipata per le donne del pubblico impiego

Tempi stretti sulla nuova legge di stabilità 2014- 2015, per  definire gli ultimi interventi sul tema della riforma delle pensioni.  Possibili orientamenti verso una flessibilità in uscita e pensione anticipata per le donne del pubblico impiego iscritte all’Inpdap/Inps.

Al vaglio pensioni anticipate con 62 anni e 35 anni di contributi
In settimana il governo Renzi, a partire dal 15 Ottobre, sarà chiamato a discutere ed esprimersi sulla nuova legge di stabilità, (in cui è previsto anche il tfr in busta baga) indicando i principali interventi sul campo delle pensioni sia in ambito privato e sia in ambito pubblico.

Tra le ipotesi al vaglio nella riforma delle pensioni, l’inserimento di una flessibilità in uscita, con pensioni anticipate già a partire da 62 anni e 35 anni di contributi. Possibili tuttavia, in quest’ ultimo caso anche delle piccole penalizzazioni, proporzionali ad ogni anno di anticipo rispetto al maturamento del diritto a pensione.

Probabile pensione anticipata per le donne del pubblico impiego Inpdap/Inps
Ipotesi al vaglio in tema di riforma pensioni anche sul fronte delle donne del pubblico impiego, con una probabile proroga dell’ opzione contributivo donne.

Attualmente, infatti, tale opzione risulta essere scaduta per le lavoratrici autonome e in vigore, con scadenza tra novembre e dicembre (vedi qui), per le donne del pubblico impiego iscritte all’ex-Inpdap ora Inps (Super Inps).

Minori costi e alti risparmi per l’opzione di pensione anticipata
A spingere verso l’ alternativa della pensione anticipata,  i costi non eccessivi per il prolungamento dell’ opzione contributivo donne o per i nuovi interventi sulla circolare Inps.

Quest’ ultima prevede l’ applicazioni di finestre mobili in ambito pensionistico e tempi notevolmente anticipati per la scelta dell’ opzioni entro la fine del 2015.

Risparmi notevoli, infine, sul fronte dei risparmi sulle casse statali, in quanto la presenza del sistema contributivo, inciderebbe sulla presenza di assegni molto ridotti in caso di pensionamento anticipato a 57 anni o 58 anni,e  aumenterebbe  le prospettive per la creazione di nuovi posti di lavoro per le nuove generazioni, necessaria al paese per rilanciare l’ economia.